
olive oil on wooden table
Se mi chiedessero un ingrediente a cui non potrei assolutamente rinunciare in cucina, la mia risposta sarebbe molto immediata: l’olio d’oliva, rigorosamente extravergine. L’olio riesce a trasformare anche una semplice fetta di pane in un piatto prelibato e ricco di sapore, arricchisce i piatti a crudo e impreziosisce la cottura dei cibi. A differenza di tutti gli altri oli che si ottengono da semi, è l’unico che si ottiene dal frutto della pianta, ed ha moltissime proprietà utili alla salute del nostro organismo. Alla base della dieta mediterranea, è ormai considerato un elemento fondamentale per la cura e la prevenzione di diverse patologie: il suo uso abituale riduce la presenza di colesterolo LDL o “colesterolo cattivo” ed aumenta la percentuale di quello “buono”. Diminuisce la possibilità di infarto cardiaco e la pressione arteriosa; e i polifenoli e la vitamina E, grazie alla loro azione antiossidante, contribuiscono a prevenire l’arteriosclerosi e rallentano l’invecchiamento delle cellule. Si è sempre pensato che una dieta ricca di grassi potesse aumentare il rischio di malattie cardiache, tumori e di diabete, ma grazie ai continui studi sull’argomento ora si sa che non è la quantità di grassi ad influire sulla nostra salute ma piuttosto la qualità: una dieta ricca di acidi grassi monoinsaturi come quelli contenuti nell’olio extravergine di oliva e nella frutta secca è in grado di proteggere l’organismo da molte di queste patologie.
Ovviamente per l’olio, come per tutti gli altri tipi di grasso, è sempre meglio moderare le quantità se si vuole perdere peso; ma a maggior ragione questo ci permette anche di indulgere sulla qualità. Se, fino a poco tempo fa, la mia ricerca di qualità si fermava al rigoroso “extravergine” di cui parlavo prima, ho decisamente cambiato visione dopo la mia serata in compagnia di ZUCCHI, nella splendida cornice del Padiglione di Federalimentare CibusèItalia a Expo 2015. Qui ho scoperto il blending, ovvero l’arte di unire oli di provenienze diverse per creare una miscela (blend) che valorizzi ed esalti i pregi di ogni componente.
Guidati da Giovanni Zucchi e altri sapienti blendmaster, io e gli altri ospiti abbiamo avuto modo di assaggiare quattro diversi oli, imparando ad apprezzarne le caratteristiche. Abbiamo sperimentato personalmente e imparato che l’arte del blending è fatta di studio, riflessione e fatica per riuscire a realizzare una miscela di evo di qualità. Sapevate che quasi tutti gli oli sono in realtà un blend di tipi diversi? Come parte della nostra lezione sul blending, abbiamo versato ciascun tipo di olio in un bicchiere, quindi lo abbiamo scaldato con le mani, per esaltarne i profumi, che abbiamo assaporato prima con l’olfatto, e poi con il gusto. Il sapore dell’olio è davvero intenso, e ci ho messo un po’ ad abituarmi; ma dopo un paio di assaggi ho iniziato a distinguere i diversi retrogusti e devo ammettere che ho apprezzato l’olio molto di più, oltre che essermi sentita davvero professionale! Ci hanno quindi chiesto di miscelare i quattro oli a nostro piacere, per creare un nostro personalissimo blend. Sono stata molto soddisfatta del mio, che è risultato esattamente come lo volevo: dal gusto deciso, perfetto sulle insalate, ma anche a crudo su un pezzo di pane.
Mi è piaciuto talmente tanto, che una volta arrivata a casa ho deciso di utilizzarlo sperimentando con una delle ricette proposte nel libro di Giovanni Zucchi “L’olio non cresce sugli alberi”. Trovate la mia versione (adattata per maniaci del fitness come me!) a questo link.
Per scoprire invece tutti i diversi tipi di oli proposti da ZUCCHI, potete visitare il loro sito internet. Io ho già adocchiato un paio di oli aromatizzati da testare nelle mie prossime ricette! Quali vi piacerebbe vedermi provare? Fatemelo sapere in un commento!
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